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Ingegneria sanitaria a Tivoli tra ‘800 e ‘900


Interessante citazione di un caso locale e ben documentato di ingegneria sanitaria otto-novecentesca, direttamente dai fondi dell’Archivio Storico del comune di Tivoli.

L’ombra lunga del tardo positivismo ottocentesco sembrava aver raggiunto le amministrazioni comunali dell’Italia giolittiana…

I progetti presentati riguardano soprattutto l’area corrispondente agli attuali viale Tornei, viale Trieste, piazzale Nazioni Unite. All’inizio degli anni Dieci, le numerose domande pervenute al Comune per concessioni di terreni al Prato di S. Giovanni imposero all’amministrazione di provvedere alla redazione di un piano organico e tecnicamente completo in ogni sua parte per l’utilizzazione della zona, e al varo di un progetto tecnico per la dotazione eli acqua potabile di fognatura, di luce e di strade e marciapiedi nel nuovo quartiere.

L’ing. Emo Salvati, all’epoca responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Tivoli, venne dunque incaricato di redigere tutti gli atti necessari per il piano di utilizzazione del Prato di S. Giovanni al fine di ridarlo a quartiere giardino della città progetto che sarà sottoposto al Cosigilo per gli opportuni provvedimenti.

Nel testo riportato si fa riferimento al principio della “Città-Giardino’, in base al quale il Salvati intendeva far svolgere lo sviluppo edilizio della zona in questione, come si legge in una relazione del 2 dicembre l’M V. di cui si riportano alcuni passaggi:

Lo slancio con il quale la popolazione di Tivoli volle assecondare la presente Amministrazione nel promuovere le costruzioni nella nostra città ha avuto i suoi benefici effetti, e noi siamo lieti poter constatare come sia sorta tutta una nuova corrente di energie, pronta a dare allo sviluppo edilizio un impulso grandissimo (…). Il problema delle abitazioni (…) non va più considerato sotto il solo aspetto quantitativo ma anche sotto l’aspetto qualitativo. Curare l’igiene, facilitando l’espansione delle energie fisiche, rendendo più costante e diffusa l’spirazione morale al bene, ecco la doppia missione che ormai tutti stentiamodebba essere assegnata alla casa. (…) A tali concetti moderili risponde mirabilmente la ‘CITTA’-GIARDINO’ che dà una delle migliori e pratiche soluzioni. Essa ha lo scopo di procurare agli abitanti una casa perfetta in un ambiente pure perfetto secondo i dettati dell’igiene e della dottrina sociale (…). Infine è uno dei mezzi per provvedere alla deficienza delle case di abitazione sane ed economiche per le classi meno agiate.

Cura fondamentale che richiede la casa nella città-giardino è quella dell’igiene fisica. Quindi elementi essenzialissimi, l’aria e la luce. Il tipo di villino a casetta isolata, per uso di una o due famiglie, allietata dal sole, dal verde dei giardini, e fornita di tutti i servigi igienici necessari, costituisce l’ideale dell’abitazione.

Tivoli, che ha il vantaggio di possedere aree a pochi passi dal centro fabbricato, può vedere presto attuato questo che è il sogno ambito di molle città.

Non sono sufficienti gli sforzi individuali per procurarsi una casa nelle condizioni suddette. Capita non di rado che la casetta circondata dal verde del giardino che la rende graziosa si veda sorgere attorno costruioni colossali che la rinserrano in un cerchio opprimente. Quindi non ho basta occuparsi singolarmente della casa. Occorre altresì dare studio diligentissimo anche all’ambiente in cui la casa sorge.

Nei disegni presentati alla Giunta comunale il Salvati evidenzia il ricetto di norme precise in merito alla disposizione, larghezza, sistemazione delle strade e dei pubblici giardini e circa la disposizione delle case, loro posizione e grandezza in relazione all’area fabbricata. Il progetto prevedeva tra l’altro la costruzione di una Palestra Ginnastica, di Bagni pubblici, di una Casa di maternità ove viene eseguita la distribuzione del latte ai bambini nonché la visita medica in ambulatorio, di un asilo infantile denominato Casa dei Bambini, avente lo scopo di sostituire alla deleteria influenza fisica e morale della strada (…) un ambiente sano che prepara i piccoli esseri ad una educazione elevata della mente.

La sistemazione del Viale dei Torrioni nella zona corrispondente all’attuale Piazzale Nazioni Unite comportò l’abbattimento degli archi del vecchio e ormai inutilizzato condotto dell’Acqua Rivellese, tra il viale Mannelli e la torre maggiore della Rocca Pia.

La relativa perizia, datata 25 aprile 1913, fu redatta ancora una volta dal Salvati, sempre in qualità di capo dell’Ufficio tecnico comunale. L’ingegnere giustificò la demolizione del manufatto (peraltro già parzialialmente intrapresa) con la necessità di compilare la nuova strada di circonvallazione del Piato di S. Giovanni, rilevando altresì che la costruzione nè architettonicamente nè artisticamente (…) meriti di essere rispettata, non presentando nessun interesse storico, essendo di abbastanza recente costruzione e di pessima fattura, priva di linee architettoniche con archi irregolari e fuori centro.

Sulla base della perizia e dei disegni del Salvati il Consiglio comunale, con delibera del 31 maggio 1913, ordinò di procedere all’abbattimento della costruzione, giudicata fatiscente e antiestetica. Al Salvati si devono anche i progetti per la sistemazione del viale Arnaldi, che assunse l’aspetto che conservò fino agli anni Ottanta. La costruzione di un muraglione di sostegno consentì l’allargamento del marciapiede. Venne inoltre costruita una balaustra in cemento alla romana sulla quale vennero installati lampioni costruiti dalla Fonderia del Pignone di Firenze.

(a cura di) Mario Marino, Progetti e disegni architettonici Otto-Novecenteschi, Documenti dell’Archivio Storico di Tivoli – Catalogo della Mostra, Tivoli 2005, pp. 19-21.


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