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Le occupazioni dei tetti e il Popolo Viola


4 agosto 2009
In segno di protesta contro lo smantellamento dello stabilimento industriale della Innse di Milano quattro operai salgono su uno dei carri ponte dell’azienda, una sorta di gru per usi industriali. Vi rimangono per una settimana, ottenendo lo sblocco delle trattative per evitare la chiusura e il definitivo sgombero del sito produttivo. L’episodio, che naturalmente attira i mezzi d’informazione, propone una forma di protesta disperata e radicale che si diffonderà in tutto il paese.

14 agosto 2009
Per protestare contro le precarie condizioni di lavoro nell’istituto presso cui lavorano, sette vigilantes decidono di arrampicarsi in cima al secondo anello del Colosseo di Roma, esponendo uno striscione di rivendicazione.

1 settembre 2009
Il movimento di lotta per la casa di Roma, dopo aver subito lo sgombero di uno stabile occupato ad uso abitativo, organizza una tendopoli in piazza del Campidoglio, procedendo all’occupazione simbolica del tetto dei Musei Capitolini.

2 settembre 2009
Nello stabilimento della Esab Saldatura di Mesero (MI) sei operai decidono di accamparsi sul tetto aziendale in segno di protesta contro l’ondata di licenziamenti che ha colpito i lavoratori, che vedono avvicinarsi la completa dismissione delle produzioni dell’officina da parte della casa madre di origine britannica.

4 settembre 2009
Un gruppo di dieci precari della scuola occupa a Roma il tetto dell’ufficio scolastico sede dell’ex Provveditorato agli studi. Contestano i tagli strutturali alla scuola pubblica inseriti nel pacchetto della riforma Gelmini.

15 settembre 2009
Studenti universitari della Sapienza di Roma occupano il tetto dell’ateneo contro i tagli all’istruzione e in solidarietà con i precari della scuola e dell’università.

3 ottobre 2009
Manifestazione nazionale della FNSI in difesa della libertà d’informazione e contro il disegno di legge sulle intercettazioni presentato in Parlamento dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.

17 ottobre 2009
A venti anni dalla prima manifestazione contro il razzismo in Italia (7 ottobre 1989), viene organizzato a Roma un corteo nazionale antirazzista, in segno di protesta con le politiche sull’immigrazione del governo di centro-destra e per l’abrogazione del ‘pacchetto sicurezza’. La marcia sfila da piazza della Repubblica fino alla Bocca della Verità.

14 novembre 2009
La Cgil organizza una grande manifestazione nazionale a Roma contro la crisi economica e per il rilancio delle politiche per l’occupazione.

5 dicembre 2009
A Roma si celebra una manifestazione nazionale autoconvocata da un gruppo di cittadini e blogger a partire dal popolare social network Facebook. L’idea di una manifestazione per chiedere le dimissioni del premier Silvio Berlusconi nasce all’indomani della dichiarazione di incostituzionalità del lodo Alfano, e riceve l’immediata adesione di riviste e giornali come Il Fatto Quotidiano e MicroMega, partiti come l’Idv e la Federazione della Sinistra, artisti indipendenti e giornalisti democratici. Manca l’adesione del Pd, sconfessata per bocca del segretario Pierluigi Bersani. La piazza di San Giovanni a Roma viene gremita con il colore viola scelto per rappresentare il movimento, che si è organizzato capillarmente in Italia e all’estero riuscendo a garantire mobilitazioni analoghe a quella di Roma in numerose altre città. Dai comitati spontanei sorti per l’organizzazione del No Berlusconi Day nasce l’apparato organizzativo del movimento del Popolo Viola, che sarà tra i principali protagonisti delle manifestazioni dell’anti-berlusconismo del 2010.

11 dicembre 2009
Sciopero generale dei lavoratori della conoscenza indetto dalla Cgil, per contestare la politica di tagli indiscriminati all’istruzione pubblica previsti dal pacchetto di provvedimenti legati alla riforma Gelmini. Uno spezzone studentesco dell’Onda celebra l’ennesimo No Gelmini Day, sfilando pacificamente nel centro di Roma prima di scontrarsi con la forza pubblica all’altezza di piazza dei Cinquecento.

13 dicembre 2009
Dopo un comizio in piazza Duomo a Milano Silvio Berlusconi viene aggredito da Massimo Tartaglia, perito elettronico che scaglia contro il premier una riproduzione del Duomo, causandogli delle contusioni al volto. L’aggressore viene poi assolto perché incapace di intendere e di volere.

16 dicembre 2009
In segno di protesta contro i licenziamenti previsti dalla dirigenza aziendale quattro operai della Yamaha di Lesmo (MB) si accampano sul tetto dello stabilimento.

17 dicembre 2009
Nell’ambito di uno sciopero dei lavoratori Fiat di Pomigliano D’Arco (NA) un gruppo di operai occupa la sala consiliare del comune campano, per poi arrampicarsi sul tetto del municipio, in segno di protesta contro il mancato rinnovo del contratto in scadenza.

23 dicembre 2009
In piazza del Popolo a Roma il neonato movimento del Popolo Viola tiene una manifestazione in difesa della libera circolazione delle informazioni e della libertà della rete internet. Lo slogan della protesta è: “Libera Rete in libero Stato”.

6 gennaio 2010
Un gruppo di lavoratori della Vinyls occupa la Torre Aragonese di Porto Torres (SS), in difesa del posto di lavoro.

7 gennaio 2010
Rivolta dei lavoratori immigrati di Rosarno (RC), impiegati in agricoltura nella raccolta delle arance nella piana di Gioia Tauro. Alla radice della sommossa le violenze perpetrate da ignoti ai danni di alcuni immigrati residenti nell’accampamento abusivo e fatiscente di Rosarno. Esasperati dalle condizioni di lavoro e dalle precarie condizioni di alloggio nello stesso accampamento, gli immigrati occupano per alcune ore le strade principali della cittadina, abbandonandosi anche ad alcune devastazioni.

19 gennaio 2010
Un gruppo di lavoratori dell’indotto Fiat si accampa sul tetto dello stabilimento di Termini Imerese (PA) per protestare contro l’ondata di licenziamenti che li coinvolge. I posti di lavoro sono messi a rischio dalla decisione della Fiat di riassorbire le funzioni produttive svolte dalla ditta appaltatrice (settore pulizia e raccolta materiali di scarto della lavorazione). In sei mesi, dalla protesta estiva dei lavoratori dell’Innse (agosto 2009), l’occupazione dei tetti è divenuta una delle più ricorrenti forme di contestazione estrema sui luoghi di lavoro, interessando stabilimenti e aziende in tutta Italia.

29 gennaio 2010
Nell’ambito delle agitazioni operaie nell’industria chimica Vinylis quaranta lavoratori si incatenano ai cancelli del deposito costiero di carburanti dell’Eni, a ridosso della zona industriale di Porto Torres.

30 gennaio 2010
Il Popolo Viola organizza sit-in in decine di città in tutto il paese, per manifestare in difesa della Costituzione.

24 febbraio 2010
Un gruppo di cassaintegrati della Vinylis occupa le strutture abbandonate del carcere di massima sicurezza dell’isola Asinara. Grazie anche all’abilità di alcuni studenti (che aprono un blog e che raccontano l’occupazione in diretta tramite le pagine del social media Facebook) la protesta ottiene rapidamente l’attenzione dei media. ‘L’isola dei cassaintegrati’ è la prima occupazione operaia rilanciata mediaticamente su internet, raccontata giorno per giorno come se fosse un reality televisivo. “L’unico reality REALE, purtroppo, dove nessuno è famoso, ma tutti sono senza lavoro.”

27 febbraio 2010
Il Popolo Viola organizza una manifestazione nazionale in piazza del Popolo a Roma per protestare contro la legge sul legittimo impedimento, in discussione in Parlamento in quelle settimane. Slogan della protesta: “La legge è uguale per tutti”.

28 febbraio 2010
A L’Aquila un gruppo di alcune centinaia di cittadini improvvisa una protesta contro lo stallo nei lavori di ricostruzione del centro storico della città, abbattuto dal terremoto del 6 aprile 2009. La ‘rivolta delle carriole’, come viene immediatamente battezzata dalla stampa, è una forma di azione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e contemporaneamente ad impegnare i manifestanti nel concreto lavoro di sgombero delle macerie, che ancora affollano le piazze centrali de L’Aquila. I cittadini si radunano con delle carriole e dei picconi e procedono in prima persona allo smaltimento dei detriti.

5 marzo 2010
Per sanare le irregolarità di presentazione di alcune liste elettorali del Pdl per le regionali 2010, il governo emana un decreto “interpretativo” della legge elettorale. Ma il decreto ‘salva-liste’ non è efficace per la lista che sostiene la Renata Polverini, candidata Pdl alla Regione Lazio, di cui il Tar conferma l’esclusione.

7 marzo 2010
Il Popolo Viola organizza presidi in diverse città italiane in segno di protesta contro il decreto salva-liste. Slogan delle manifestazioni: “Agorà per l’emergenza democratica”.

Nuovo appuntamento per il ‘popolo delle carriole’ nel centro storico de L’Aquila. Stavolta l’iniziativa coinvolge un numero maggiore di abruzzesi, fanno la loro comparsa diversi slogan e striscioni contro il governo.

10 marzo 2010
Il Senato approva con due voti di scarto il disegno di legge sul legittimo impedimento. Tale norma permette al presidente del Consiglio e ai ministri della Repubblica di giustificare – in virtù della loro carica e dei loro impegni pubblici – la propria assenza dalle aule di tribunale nei processi in cui siano coinvolti in qualità di imputati. Il Popolo Viola organizza un concentramento a piazza Navona a Roma, per poi sfilare in una fiaccolata di protesta dal Senato fino a piazza di Montecitorio.

13 marzo 2010
A Reggio Calabria sfila una manifestazione nazionale contro tutte le mafie. Il No Mafia Day è un evento autoconvocato che nasce dal tam tam spontaneo partito sulla Rete, poi sostenuto attivamente dai comitati locali del Popolo Viola.

14 marzo 2010
Domenica di lavoro-manifestazione per il popolo delle carriole che scava le macerie a L’Aquila. Polemiche tra i comitati promotori e il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

21 marzo 2010
Nel corso della quarta domenica di manifestazione da parte del popolo delle carriole, in un tendone in piazza Duomo, nel pieno centro de L’Aquila, si tiene l’incontro ‘Spazi aperti per una agenda aquilana’, che discute formule di lavoro e teorie organizzative a sostegno dell’iniziativa dei comitati promotori della protesta. Autorganizzazione del lavoro e partecipazione assembleare sono le principali parole d’ordine del convegno.

25 marzo 2010
Il consiglio di amministrazione della Rai ha imposto un lungo blocco dell’approfondimento giornalistico nel periodo precedente le elezioni regionali previste per il 28 e il 29 marzo. La redazione di Anno Zero, in collaborazione con l’Usigrai e la Fnsi, organizza un programma giornalistico al Paladozza di Bologna, con l’intento di aggirare il silenzio-stampa imposto dall’azienda. Raiperunanotte è stato trasmesso in diretta streaming sul web, nelle piazze italiane e in collaborazione con diverse emittenti aderenti all’evento, sia digitali che analogiche. L’evento è stato seguito da oltre centomila telespettatori ed ha rappresentato un momento simbolicamente significativo nella lotta per la libertà d’informazione.

28 marzo 2010
Per la quinta domenica consecutiva alcune centinaia di aquilani tentano di raggiungere la ‘zona rossa’ del centro storico de L’Aquila, per proseguire la loro protesta rimuovendo i detriti. Stavolta la Digos procede con il sequestro di alcune carriole e l’identificazione di alcuni manifestanti, dal momento che ogni manifestazione pubblica è vietata per via del ‘blocco’ legato alla scadenza delle consultazioni amministrative.

16 giugno 2010
Manifestazione di protesta nel centro storico de L’Aquila. Ventimila aquilani chiedono l’avvio della ricostruzione della città, a più di un anno dal sisma.

27 giugno 2010
Manifestazione a L’Aquila. I cittadini protestano per ottenere la ricostruzione del centro storico della città, devastata dal terremoto.

1 luglio 2010
Nell’ambito delle mobilitazioni di protesta contro il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche (‘legge-bavaglio’) in discussione alle camere, il Popolo Viola organizza una manifestazione di protesta in piazza Navona a Roma, in collaborazione con la Fnsi ed altre sigle. L’appello della manifestazione: “Una grande mobilitazione per dire no al disegno di legge Alfano, che ostacola il lavoro di magistrati e giornalisti e rende i cittadini meno sicuri e meno informati; per dire no ai tagli alla cultura italiana previsti dalla manovra economica. […] Un’iniziativa a difesa della Costituzione, per dare voce ai tanti soggetti e temi che rischiano l’oscuramento.”.

7 luglio 2010
Gli aquilani manifestano a Roma per ottenere dal governo aiuti concreti per la ricostruzione in Abruzzo. Il corteo parte da piazza Venezia ma viene bloccato in via del Corso dalle forze dell’ordine, che di fatto impediscono ai manifestanti di raggiungere il piazzale di Montecitorio. Nella zona del Corso si verificano alcuni incidenti, il corteo subisce alcune cariche di alleggerimento: la manifestazione viene ufficialmente sciolta, ma gli aquilani proseguono in diverse direzioni. Una parte del corteo tenta di raggiungere la sede del Senato, mentre un altro spezzone di dimostranti blocca il traffico sul Lungotevere, per poi raggiungere ed assediare la sede del dipartimento della Protezione Civile, dove si verificano altri momenti di tensione tra aquilani e forze dell’ordine.

9 luglio 2010
Sciopero nazionale della stampa proclamato dalla Fnsi in segno di protesta contro il disegno di legge sulle intercettazioni, che mina la libertà d’informazione e il diritto di cronaca dei giornalisti.

31 luglio 2010
Il Popolo Viola organizza una manifestazione di solidarietà con gli sfollati aquilani. E’ L’Aquila Day. Un corteo di delegazioni da tutta Italia sfila nel centro devastato del capoluogo abruzzese.

4 settembre 2010
Alla festa del Partito Democratico di Torino viene invitato il presidente del Senato Renato Schifani, del Popolo della Libertà, che interviene in un dibattito con Piero Fassino. Dalla folla di partecipanti si levano fischi e insulti nei confronti del senatore del Pdl. I contestatori gridano “Fuori la mafia dallo Stato”; fino all’intervento della polizia, che mette fine alla protesta. Fassino definisce i dissidenti etichettandoli come ‘squadristi’.

Ottobre 2010
L’emergenza ambientale in Campania riaccende il conflitto tra cittadinanza e governo sul problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Mentre ad ottobre a Napoli vengono incendiati cumuli di rifiuti e cassonetti straripanti, a Terzigno, comune dell’hinterland vesuviano, la cittadinanza protesta contro l’apertura di una nuova discarica alle falde del vulcano. Il 21 ottobre la tensione sfocia in violente cariche della polizia sui manifestanti in presidio permanente, e gli scontri si ripetono nelle giornate successive.

2 ottobre 2010
Con un corteo da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni si celebra a Roma la giornata del No Berlusconi Day 2. Pur esibendo una partecipazione decisamente inferiore rispetto alla prima manifestazione del 5 dicembre 2009, l’appuntamento di protesta del Popolo Viola esprime fedelmente gli obiettivi fondativi della sua aggregazione politica. Le dimissioni di Silvio Berlusconi e il rispetto della Costituzione sono ancora le principali parole d’ordine del movimento.

16 ottobre 2010
Manifestazione nazionale della Fiom a Roma. Nonostante le provocazioni preventive del ministro dell’Interno Maroni un pacifico corteo di centinaia di migliaia di metalmeccanici della Fiom-Cgil, nutrito da folti gruppi di precari, studenti, pensionati, attivisti dei movimenti ed esponenti della società civile, sfila per il centro della città, per poi riempire piazza San Giovanni. Il comizio finale di Guglielmo Epifani, che parla dal palco per l’ultima volta come segretario generale della Cgil, è rivolto a recuperare lotte e diritti di tre generazioni di lavoratori. I temi più importanti sono la difesa della contrattazione nazionale e la richiesta di diritti per i lavoratori precari, sulla base della parola d’ordine “Si ai diritti, no ai ricatti. Il lavoro è un bene comune”. La Fiom chiede lo sciopero generale, mentre al corteo partecipano tutti i partiti di centro-sinistra, da Sinistra e Libertà, ai Comunisti Italiani, all’Italia dei Valori. Manca solo l’adesione ufficiale del Partito Democratico.

17 novembre 2010
Manifestazione nazionale in difesa della scuola pubblica. Il No Gelmini Day attacca, con una serie di cortei tesi e partecipati, i tagli alle spese per istruzione e ricerca universitaria contenuti nel pacchetto di riforme del ministro dell’Istruzione Gelmini. I movimenti studenteschi di Roma e Milano danno vita alle manifestazioni più rilevanti sotto il profilo della partecipazione.

20 novembre 2010
Imponente manifestazione di protesta a L’Aquila. Oltre venticinquemila persone marciano pacificamente dietro allo striscione “Macerie di democrazia”, che apre il lungo corteo che sfila attraverso la ‘zona rossa’, normalmente inibita al transito cittadino.

Il movimento ‘Agende rosse’ di Salvatore Borsellino organizza dei presidi davanti ai tribunali di Milano, Roma, Firenze e Palermo. In collaborazione con alcune associazioni di familiari delle vittime di mafia e con l’adesione del Popolo Viola, i presidi vogliono esprimere pubblicamente il proprio sostegno ai magistrati che indagano sulle stragi del biennio 1992-’93, in difesa di una magistratura libera e indipendente e non più sottoposta a continui tentativi di delegittimazione.

23 novembre 2010
Ricercatori precari e universitari della Sapienza occupano il tetto della facoltà di Architettura di Roma, nell’ambito delle agitazioni contro la riforma Gelmini. Nei giorni successivi moltissimi atenei di tutta Italia saranno toccati dalle agitazioni, con occupazioni di facoltà, occupazioni di tetti, cortei. Il 28 novembre verrà simbolicamente occupato anche il tetto del Cern di Ginevra.

24 novembre 2010
Un corteo studentesco sfila verso il centro di Roma, nel tentativo di raggiungere piazza Montecitorio. Qui un sit-it pacifico lancia slogan contro il governo che sta approvando la riforma Gelimini: “Ridateci il nostro futuro!!”. Nel corso della manifestazione uno spezzone studentesco riesce a superare alcune transenne e a raggiungere Palazzo Madama, sede del Senato. Qui tentano di penetrare nel palazzo, subito respinti dagli addetti alla sicurezza. Dopo un lancio di uova marce sulla facciata dell’edificio le forze dell’ordine intervengono con delle cariche, sciogliendo lo spezzone a forza di manganellate.

Dall’agosto 2009 operai e studenti occupano i tetti di tutta Italia per lottare contro le condizioni di precarietà e ricatto cui sono sottoposti: dopo quasi un anno e mezzo anche il Partito Democratico nota il fenomeno e invia Bersani sul tetto della facoltà di Architettura di Roma, dove studenti e ricercatori precari sono in assemblea permanente contro la riforma Gelmini.

25 novembre 2010
Dopo l’occupazione dei tetti gli universitari passano all’occupazione dei monumenti pubblici. Nel corso delle mobilitazioni contro la riforma Gelmini alcune decine di studenti di Pisa sono entrati all’interno della Torre Pendente in piazza dei Miracoli, mentre a Roma alcuni colleghi scavalcano le transenne del Colosseo, per raggiungere ed occupare simbolicamente il secondo anello. A Torino gli studenti occupano la Mole Antonelliana, mentre fallisce a Siena l’occupazione della Torre del Mangia, per l’intervento delle forze dell’ordine.

27 novembre 2010
Manifestazione nazionale della Cgil a Roma, dove un doppio corteo “contro la crisi, contro il precariato, contro il malgoverno” attraversa il centro cittadino per poi riempire piazza San Giovanni, dove parla la neoeletta segretaria generale Susanna Camusso. La mobilitazione è rivolta a contrastare gli attacchi alla contrattazione nazionale sferrati dalla Confindustria, e a ribadire contemporaneamente l’iniquità sociale dei tagli alla spesa pubblica per scuola e università contenuti nei provvedimenti della riforma Gelmini. Numerosi spezzoni studenteschi attraversano la città con iniziative autonome, mescolandosi poi nei cortei generali. Tra le parole d’ordine Cgil: “Il Futuro è dei giovani e del lavoro. Diritti e più democrazia”. Tra i vari commenti, quello di Nichi Vendola: “L’Italia migliore è in piazza e sui tetti, quella peggiore – quella del governo – è barricata nel palazzo, perché teme di essere cacciata.”.

14 dicembre 2010
La giornata è resa rovente dal doppio appuntamento parlamentare che vede il governo Berlusconi IV alla prova della fiducia di Camera e Senato, dopo l’allontanamento di Gianfranco Fini dalla coalizione di governo. Nel primo pomeriggio, dopo la scontata vittoria alla Camera, il governo ottiene la fiducia al Senato per soli tre voti di scarto. Nel frattempo a Roma un imponente corteo studentesco tenta di portarsi sotto la sede del Senato, contrastato però dalle forze di polizia che hanno ostruito ogni via di accesso alla zona delle due camere parlamentari, disegnando l’immancabile ‘zona rossa’ interdetta al transito pubblico. Dopo i primi tafferugli il corteo degenera in durissimi scontri con le forze dell’ordine, coinvolgendo, nel corso di alcune ore di botta e risposta tra manifestanti e celerini, la zona di via del Corso, via del Babuino e piazza del Popolo. Il bilancio del lungo pomeriggio di disordini conta un centinaio di feriti e più di quaranta arresti tra i dimostranti.

21 dicembre 2010
La Procura di Milano iscrive Berlusconi nel registro degli indagati per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. L’indagine viene resa pubblica solo il 14 gennaio 2011, al momento della consegna dell’ordine di comparizione. L’incartamento processuale viene aperto sulla base di una telefonata fatta da Berlusconi, nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, per costringere la questura di Milano a rilasciare in affido alla consigliera regionale Nicole Minetti la minorenne marocchina Karhima Rashida el Marhug, tratta in arresto per un’accusa di furto e trovata sprovvista di documenti. Berlusconi sostiene che ‘Ruby’ sia la nipote del presidente egiziano Mubarak, chiedendo ed ottenendone il rilascio. A gennaio 2011 la Procura trasmette alla Camera diverse centinaia di pagine di intercettazioni, nelle quali emergono con chiarezza i medievali dettagli sul giro di prostituzione mantenuto dal premier. La stampa mondiale divulga il caso, mentre le strategie difensive dell’avvocato berlusconiano Niccolò Ghedini appaiono confuse, contraddittorie. L’ennesima ‘questione morale’ (e anche legale, per la verità) si abbatte sul governo Berlusconi: il ‘caso Ruby’ occupa redazioni di quotidiani e televisioni, offrendo all’opinione pubblica il racconto di un contesto di potere sempre più inaccettabile sul piano morale e politico.

22 dicembre 2010
Pacifiche manifestazioni studentesche occupano le strade in tutta Italia. E’ l’ultima grande giornata di mobilitazione contro la riforma Gelmini, che otterrà l’approvazione definitiva del Senato il giorno successivo, 23 dicembre. A Roma lo spezzone studentesco intasa la tangenziale est per diverse ore, mandando in tilt il traffico. Nonostante i disagi molti automobilisti romani sono scesi dalle auto e hanno applaudito la protesta.

13 gennaio 2011
La Consulta della Corte di Cassazione boccia come parzialmente incostituzionale la legge sul legittimo impedimento. Berlusconi non può autocertificare il suo effettivo impedimento a prendere parte ai suoi processi, per ragioni legate alla sua carica pubblica.

14 gennaio 2011
Alla Fiat di Mirafiori si vota un referendum su un patto proposto dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, che chiede l’abbandono della contrattazione nazionale per lo stabilimento minacciando altrimenti la delocalizzazione della produzione. La Fiom vota contro, ma il referendum passa con i voti decisivi dei colletti bianchi. Si salvano dei posti di lavoro, ma nell’accordo sono previsti dei tagli alle pause e un infame incremento della flessibilità nei tempi di lavoro.

Cronologia dell’Anti-Berlusconismo


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