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No-Global e Girotondi


19-22 luglio 2001
Genova è sede del vertice internazionale del G8. La città viene blindata e una zona rossa interdetta al transito pubblico viene disegnata intorno agli edifici che ospitano il summit. Il movimento no-global ha programmato diverse manifestazioni di protesta, raccogliendo adesioni da tutta Europa. Il clima che anticipa le giornate di Genova non è dei migliori, mentre i mezzi di informazione puntano i riflettori su manifestanti e forze dell’ordine. Venerdì 20 luglio diversi cortei attraversano la città, organizzati dalle composite realtà politiche presenti al contro-vertice (come ambientalisti, disobbedienti, mondo dell’associazionismo). In diversi punti della città si accendono focolai di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine; a macchia di leopardo, dato che si tratta di cortei separati (la manifestazione unitaria è in programma per sabato 21). In piazza Alimonda una jeep Defender rimane temporaneamente bloccata ed esposta all’assalto di un gruppo di manifestanti: un giovane carabiniere in servizio sull’automezzo, Mario Placanica, spara due colpi di pistola, uno dei quali colpisce alla testa un ragazzo, uccidendolo. La morte di Carlo Giuliani, ventitré anni, infiamma naturalmente i rapporti interni alla piazza. Il giorno seguente la manifestazione unitaria viene brutalmente attaccata dalle forze dell’ordine, che si abbandonano a pestaggi di massa in tutta la zona del lungomare del capoluogo ligure. Le brutalità dei tutori della legge vengono immortalate da migliaia di fotocamere e videocamere digitali (sull’onda della parola d’ordine ‘Become the media’) e fanno il giro del mondo. Nella notte tra il 21 e il 22 luglio le forze dell’ordine fanno irruzione nella scuola Armando Diaz, concessa dal comune ai manifestanti per stabilirvi la sede del media center del contro-vertice, e utilizzata anche come dormitorio. I presenti vengono tratti in arresto dopo aver subito un pestaggio a freddo. Le percosse e gli abusi nei confronti dei manifestanti arrestati hanno poi avuto epicentro nella caserma di Genova Bolzaneto, sempre ad opera delle forze dell’ordine in servizio.

11 settembre 2001
Due attentati terroristici colpiscono le ‘torri gemelle’ del World Trade Center di New York e il palazzo del Pentagono.

3 ottobre 2001
La maggioranza di centro-destra approva la legge sulle rogatorie internazionali. La norma dichiara inutilizzabili tutti gli incartamenti probatori ottenuti da tribunali stranieri che non abbiano seguito una particolare procedura di trasmissione, che siano in qualche modo inficiati da una serie di vizi di forma. La legge è retroattiva, quindi andrebbe ad invalidare buona parte delle prove dei processi in cui è coinvolto Berlusconi; come per esempio il processo Sme-Ariosto, in cui i magistrati avevano a lungo indagato sui movimenti bancari esteri del gruppo. La legge contraddice diversi trattati internazionali, ed anche per questo avrà scarsa applicazione nei tribunali. Tra le prime reazioni contro il provvedimento gira un nuovo appello a firma di intellettuali, docenti e giornalisti di estrazione liberale e cattolica, come Enzo Marzo, Federico Orlando, Paolo Sylos Labini, Pietro Scoppola e Alessandro Pizzorusso.

7 ottobre 2001
La ‘Guerra al terrorismo’ proclamata dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush si concretizza nell’invasione dell’Afghanistan, governato da un regime islamico che si riteneva ospitasse l’organizzazione al-Qaeda, presunta responsabile per gli attentati dell’undici settembre. Dopo aver rovesciato il regime dei talebani la caccia ad Osama Bin Laden, leader dell’organizzazione terroristica, non ha ottenuto la cattura auspicata ufficialmente dalle amministrazioni USA.

12 gennaio 2002
All’apertura dell’anno giudiziario il Procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli, lancia un chiaro appello contro gli attacchi alla magistratura da parte del Berlusconi II, che sta inanellando una serie di provvedimenti sulla giustizia per bloccare i processi che coinvolgono il leader-imprenditore Silvio Berlusconi. “[…] Al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave”.

19 gennaio 2002
A Roma Marina Astrologo e Silvia Bonucci, scrittrici e traduttrici, organizzano un presidio sotto al palazzo del Ministero di Giustizia, in segno di protesta per le ingerenze del governo sulla magistratura. Un centinaio di cittadini intervenuti da vita ai Presidi per la giustizia e l’iniziativa viene ripetuta nei due sabati seguenti, il 26 gennaio e il 2 febbraio.

24 gennaio 2002
A Firenze si tiene la ‘marcia dei professori’. Un folto corteo di dodicimila persone sfila sotto una pioggia scrosciante contro Berlusconi e per svegliare l’opposizione di centrosinistra: apre la sfilata lo striscione “Giustizia e informazione imbavagliate – Democrazia in pericolo”. La manifestazione è organizzata da alcuni docenti universitari come lo storico Paul Ginsborg e il geologo Francesco Pardi, ed è un chiaro un segnale di risposta all’appello di Borrelli. La marcia sfila dall’università al tribunale di Firenze in difesa dell’autonomia della magistratura e della libertà d’informazione: gli organizzatori avevano previsto la partecipazione di alcune centinaia persone, sulla base delle prime adesioni raccolte, mentre invece l’evento segnala la presenza di uno strato della società civile decisamente sensibile rispetto alla questione morale sollevata dal magistrato milanese.

26 gennaio 2002
A Milano viene organizzato dal gruppo PerManoPerLaDemocrazia il primo girotondo intorno alla sede del Palazzo di Giustizia. Più di quattro mila persone si tengono per mano circondando pacificamente l’edificio. Tra gli organizzatori ci sono cittadini, intellettuali, artisti. Tra cui Daria Colombo, Ottavia Piccolo, Marina Ingrascì, Luigina Venturelli, Mauro Orlando, Claudio Rossoni e Simone Coggi.

2 febbraio 2002
Il comitato parlamentare di centro-sinistra ‘La legge è uguale per tutti’ organizza una manifestazione con comizio in piazza Navona a Roma. Dal palco parlano anche leader nazionali come Francesco Rutelli, presidente della Margherita, e Piero Fassino, segretario dei Democratici di Sinistra. Verso la fine del comizio prende la parola Nanni Moretti. L’intervento del regista, presente tra gli astanti, non era ovviamente in programma. Si tratta di una profonda discontinuità per il nascente movimento dei girotondi, cui si richiama esplicitamente Moretti menzionando la marcia dei professori di Firenze e indicando in ‘Pancho’ Pardi una possibile alternativa per rilanciare l’opposizione di centro-sinistra al governo Berlusconi. Ma il messaggio più netto è proprio ai vertici del centro-sinistra presenti sul palco, alle spalle dell’artista romano: “Stranamente durante questa serata ho avuto dei momenti di ottimismo. Ma devo dire purtroppo, avendo ascoltato gli ultimi due interventi, che anche questa serata è stata inutile! Il problema del centro-sinistra è: per vincere bisogna saltare due, tre o quattro generazioni. Berlusconi fa il pieno del suo elettorato, parla alla pancia degli elettori del centro-destra. Naturalmente i voti non se li guadagna, se li compra attraverso le sue televisioni. […]. Però dico, negli ultimi due interventi di Fassino e Rutelli, che scarso rispetto per le opinioni delle elettrici e degli elettori! Nei precedenti interventi si chiedeva un minimo di autocritica rispetto alle scelte di questi ultimi anni, rispetto alla timidezza, rispetto alla moderazione, rispetto al non saper più parlare alla testa, all’anima e al cuore delle persone. Mentre invece la ‘burocràzia’ che sta alle mie spalle non ha capito nulla di questa serata. Noi, mi dispiace dirlo, con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai.”. Il breve intervento è accolto con enorme entusiasmo dai manifestanti, che gelano con fragorosi applausi le reazioni – attonite – di una parte degli organizzatori. Il discorso di Moretti viene amplificato dai media e nei giorni successivi la critica del regista occupa stampa e televisioni nazionali: è una delle cesure più evocative per quanto riguarda la nascita del movimento dei girotondi.

4 febbraio 2002
Con una lettera a Repubblica (‘Così continuiamo a farci del male’) il presidente dei Ds Massimo D’Alema risponde all’intervento di Nanni Moretti in piazza Navona, sostenendo senza alcuna eccezione le scelte politiche delle leadership di centro-sinistra di quegli anni: “Credo […] non sia utile alla formazione di una nuova classe dirigente travolgere in un’ondata di radicalismo e di moralismo qualunquista quella generazione che con i suoi limiti ed errori in questi anni ha governato l’Italia, le nostre città, province, regioni come mai era avvenuto in cinquant’anni”.

22 febbraio 2002
Nella Sala dello Stenditoio, al complesso del San Michele di Roma, si tiene un’assemblea Ds con la partecipazione di Piero Fassino, aperta a intellettuali ed esponenti della società civile del movimento dei girotondi (tra i presenti, oltre ai politici Fassino, Melandri e Berlinguer, ci sono i registi Nanni Moretti ed Ettore Scola, oltre a giornalisti e intellettuali come Furio Colombo, Alberto Asor Rosa, Nicola Tranfaglia, Moni Ovadia e Miriam Mafai). Il leader dei democratici di sinistra tenta di ricucire lo strappo di piazza Navona, quello ‘schiaffo dell’elettore’ sferrato da Moretti tre settimane prima.

17 febbraio 2002
Girotondo organizzato a Roma sotto l’edificio del Palazzo di Giustizia, per protestare contro la legge Frattini sul conflitto d’interessi. Il gruppo dei Presidi per la giustizia, forte stavolta della partecipazione diretta del regista romano Nanni Moretti e di tanti altri, raduna oltre settemila persone sotto la sede del tribunale.

23 febbraio 2002
Il direttore di MicroMega, Paolo Flores D’Arcais, organizza insieme a Nando Dalla Chiesa un incontro pubblico al Palavobis di Milano in occasione del decennale delle inchieste del pool di magistrati di Mani Pulite, sui temi della legalità e dei diritti democratici. Sotto il simbolo di un tulipano arancione oltre quarantamila persone assediano il Palavobis, decretando il successo, straordinario e inatteso, della ‘giornata della legalità’. Mentre l’esterno del palazzetto è gremito di persone, nella platea sono presenti numerosi politici di centro-sinistra, come il verde Pecoraro Scanio, Diliberto del Pdci e i diessini del ‘correntone’ Berlinguer, Mussi e Folena. Ma dal palco gli interventi più importanti sono quelli degli intellettuali, tra cui si segnalano sicuramente quello di Pardi, di D’Arcais e dell’ex magistrato Antonio Di Pietro. Paolo Sylos Labini denuncia la drammaticità della situazione italiana: “Al potere è andata la criminalità organizzata. L’etichetta può colpire, ma […] l’ex presidente della Repubblica Oscar Scalfaro ha detto cose più circostanziate e più dure di quelle che ho detto io. E cioè ha detto che lo stesso Mussolini non aveva mai osato proporre o portare avanti leggi che potessero eliminargli le accuse e i reati di cui veniva ritenuto responsabile. Neppure Mussolini!”. Ancora dal palco artisti come Dario Fo e Sabina Guzzanti attaccano satiricamente Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, il secondo per aver taciuto di fronte alle inique manovre politiche del primo. Più in generale la critica espressa nei confronti dell’opposizione è quella di non aver prodotto una legge sul conflitto d’interessi nel periodo dei governi di centro-sinistra degli anni novanta, tra il 1996 e il 2001. Oltre alle divisioni elettorali del 2001 questa sembra essere la più evidente smagliatura nelle strategie politiche della coalizione di centro-sinistra. La critica nei confronti della dirigenza diessina riceve gli scroscianti applausi del pubblico, come nel caso delle graffianti battute del premio nobel Fo: “Non dimenticare che D’Alema è rimasto quattro anni al governo e in tutto questo tempo aveva il sacrosanto dovere di varare una legge contro il conflitto d’interesse. Era un dovere costituzionale, civile. Per metterci a pari con tutte le altre nazioni europee. E invece: “Ma no, non c’è fretta…” […] Berlusconi, se non ci fosse stato D’Alema col cavolo che tu saresti diventato Presidente del Consiglio del Governo italiano!!!”. Il giorno dopo il segretario Ds Piero Fassino dichiara piccato: “La linea non si cambia. Io non abbandono la scelta riformista”, dimostrando la scarsa permeabilità alle critiche della dirigenza diessina, arroccata in difesa del proprio ruolo egemone nella sinistra del paese.

25 febbraio 2002
Al Palazzo dei Congressi di Firenze viene organizzato un incontro dai comitati cittadini che hanno promosso la marcia dei professori di gennaio. Tema del dibattito ‘Il ruolo dell’opposizione e la società civile’. Tra gli intervenuti, oltre ai ‘girotondini’ Ginsborg, Pardi, Givone e Donati, anche il presidente Ds Massimo D’Alema. Parola chiave dell’incontro è una celebre battuta del regista Moretti, “D’Alema dì qualcosa di sinistra”, replicata su alcune decine di cartelli esposti dai partecipanti al convegno, nella platea del palazzetto. Quando afferma dal palco che “in Italia non c’è un regime” il leader Ds viene fragorosamente fischiato dagli astanti.

28 febbraio 2002
La Camera dei deputati approva la legge Frattini sul conflitto d’interessi, che stabilisce la compatibilità tra la “mera proprietà” di importanti gruppi imprenditoriali e l’assunzione di alte cariche di governo. L’unico effetto concreto della legge, almeno per quel che riguarda Silvio Berlusconi, riguarda la presidenza della squadra calcistica del Milan, carica che viene formalmente abbandonata dall’imprenditore a partire dal 2 gennaio 2005. Durante l’approvazione alla Camera i deputati dell’Ulivo abbandonano l’aula in segno di protesta.

2 marzo 2002
Manifestazione nazionale organizzata dall’Ulivo in piazza San Giovanni a Roma. Il movimento dei girotondi da la sua adesione, ma dal palco parlano solo alcuni dirigenti politici dei partiti di centro-sinistra.

10 marzo 2002
In tutta Italia vengono organizzati dei girotondi in difesa della Rai. Vengono contate circa quindici mila persone sotto la sede Rai milanese di corso Sempione e diecimila al girotondo organizzato a Roma sotto gli uffici di viale Mazzini. Migliaia di partecipanti convergono sulle sedi televisive di Cagliari, Firenze, Bologna, Bari, Perugia e Palermo. Partecipano anche molti dei leader politici di centro-sinistra, come ad esempio Bertinotti e Diliberto, Rosy Bindi e Fassino. Ma nei comizi parlano gli organizzatori girotondini, esponenti della società civile come l’ex giudice antimafia Caponnetto e lo storico Ginsborg (Firenze), la scrittrice Bonucci e il regista Moretti (Roma). I girotondi sfilano intorno ai palazzi dell’emittente pubblica per ‘presidiare i simboli della democrazia’.

17 marzo 2002
Viene presentato in una conferenza stampa a Montecitorio un appello trasversale contro Berlusconi per “difendere lo stato di diritto in Italia”, ancora in reazione alla legge Frattini. Lo firmano oltre 200 intellettuali di diversa estrazione politica, provenienti per lo più dal mondo delle università e della cultura, come Camilleri, Biagi, Sylos Labini, Rea e Vetri.

19 marzo 2002
Al teatro Quirino di Roma viene tenuto un incontro pubblico dal movimento dei girotondi. Tra i relatori Nanni Moretti, Paolo Flores D’Arcais, il segretario Fiom Claudio Sabattini, Andrea Camilleri e Giovanni Sartori, in collegamento telefonico dagli Stati Uniti. L’assemblea, battezzata come la ‘primavera dei movimenti’ dagli organizzatori della rivista Micromega, si occupa di rispondere alle critiche sollevate ai girotondi dalla nomenclatura ulivista. Dal palco Moretti replica ai leader Ds che è antipolitico chi legittima politicamente Berlusconi come statista e fa personalismi ai vertici della coalizione di centro-sinistra, e non i gruppi di cittadini che si mobilitano autonomamente in difesa della democrazia e dello stato di diritto.

23 marzo 2002
La Cgil porta in piazza tre milioni di persone a Roma in occasione dello sciopero generale contro le politiche del governo Berlusconi sulla riforma del mercato del lavoro. Un imponente corteo invade la capitale dando vita alla più corposa manifestazione sindacale dell’Italia repubblicana, superando in partecipazione perfino le sfilate dell’autunno ’94. Si manifesta in difesa dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che tutela dal licenziamento arbitrario i dipendenti assunti a tempo indeterminato nelle imprese di dimensione medio-grande. Ma anche contro il terrorismo, che ha recentemente colpito il giurista Marco Biagi. Pur centrata sulla difesa dell’articolo 18 la manifestazione ha assunto parole d’ordine più ampie, anche in risposta alle provocazioni di Berlusconi all’indomani dell’attentato brigatista, che aveva criticato il “clima di odio” presente nel paese facendo riferimento al previsto appuntamento sindacale. Il leader Cgil Sergio Cofferati parla in difesa della “democrazia e per l’affermazione dei diritti delle persone” da un palco allestito al Circo Massimo, completamente gremito di manifestanti: “I diritti sono sostanza della libertà, della coesione sociale, e dunque della democrazia. Perciò la democrazia si difende anche come facciamo noi oggi, difendendo i diritti e la loro universalità. Ai tanti che sono qui, diversi da noi, agli intellettuali […], ai tanti giovani, ai ragazzi e alle ragazze dei movimenti per la pace, a coloro che vogliono regole nella globalizzazione, a quelli che hanno a cuore come tanti altri le tematiche ambientali, a tutti loro dico: continuate a rappresentare le vostre idee e le vostre istanze, non fatevi intimidire. Dalla Cgil avrete sempre attenzione e rispetto. […] Stimolate i partiti, costringeteli a guardare a voi, alle vostre istanze”. Al successo della manifestazione, pur ampiamente connotata dai simboli sindacali, avevano contribuito anche le sigle della galassia no-global, insieme ai coordinamenti dei movimenti pacifisti e alla nascente ondata di mobilitazione civile che si andava costituendo attorno ai girotondi.

11 aprile 2002
Viene definitivamente approvata la legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio, materia su cui il governo aveva ottenuto una legge-delega già il 3 ottobre del 2001. Il testo finale, tra le altre cose, amplia le soglie di tolleranza per la non punibilità della falsa comunicazione sociale e dimezza i tempi per la prescrizione del reato. Silvio Berlusconi in quel periodo aveva cinque processi per falso in bilancio, poi tutti cancellati o archiviati in seguito all’applicazione dei nuovi termini di legge.

13 aprile 2002
Girotondi in tutta Italia per difendere la scuola pubblica contro la riforma del ministro Letizia Moratti e i tagli ai fondi pubblici per la ricerca scientifica e per l’università. A Roma si manifesta davanti al ministero della Pubblica Istruzione, nelle altre città davanti ai Provveditorati agli Studi.

16 aprile 2002
Sciopero generale di otto ore proclamato dai sindacati confederali in difesa dei diritti sociali e dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Manifestazioni nelle principali città italiane. Ad incrociare le braccia, secondo le stime fornite da Cgil-Cisl-Uil, sono stati 18 milioni di lavoratori.

18 aprile 2002
Nel corso di una visita ufficiale in Bulgaria Berlusconi tiene una conferenza stampa a Sofia. In questa occasione pronuncia il discorso poi passato alla storia come l’editto bulgaro ai danni dei giornalisti Rai Michele Santoro ed Enzo Biagi, e dell’attore satirico Daniele Luttazzi. Denunciando quello che a suo avviso era un “uso criminoso” della televisione pubblica, Berlusconi si augurava esplicitamente l’utilizzo di provvedimenti repressivi da parte dei vertici Rai. Nei fatti i tre vennero esiliati dai palinsesti della televisione pubblica. Luttazzi non ha più ottenuto programmi in Rai, mentre Biagi ebbe nuovamente un suo spazio solo nel 2007, con un programma su RaiTre. Michele Santoro, da parte sua, intentò una causa di lavoro con l’azienda pubblica, vincendola già nel giugno del 2003. Dalla fine delle trasmissioni di Sciuscià, programma sospeso a partire dal palinsesto autunnale del 2002, sarà necessario comunque attendere fino al 14 settembre 2006 per assistere alla messa in onda del nuovo programma a cura di Santoro, Anno Zero.

19 aprile 2002
Michele Santoro apre la puntata del venerdì sera di Sciuscià – Edizione straordinaria cantando la canzone partigiana Bella Ciao, senza musica e stonando, in uno studio televisivo muto ma carico di tensione.

20 aprile 2002
Il Bo.Bi. (Boicottiamo il Biscione) di Gianfranco Mascia lancia la giornata dell’Os.Te. (Oscuriamo la Televisione), contro la legge del conflitto di interessi di Frattini. E’ uno sciopero di telespettatori contro le reti Mediaset di Berlusconi. Si tengono girotondi e incontri pubblici in diverse città italiane.
Nel frattempo Nanni Moretti, Paolo Flores D’Arcais, Serena Dandini e Fiorella Mannoia convocano una manifestazione di protesta contro l’editto bulgaro, che riempie il teatro Ambra Jovinelli di Roma creando due lunghe code di cittadini che raggiungono piazza Vittorio e piazza della stazione Termini. Migliaia di cittadini vogliono entrare nel teatro, che naturalmente non può contenerli. Intervengono artisti e intellettuali come Paolo Virzì, Corrado e Sabina Guzzanti, Lidia Ravera, Luca Barbarossa, Nicola Piovani, Ricky Tognazzi e Sandro Veronesi. Moretti legge dal palco una lettera indirizzata al presidente della Repubblica: “Certe volte, caro presidente Ciampi, il silenzio non basta. Certe volte smette di essere una forma di rispetto delle istituzioni e diventa un via libera a chi calpesta la democrazia. Perciò intervenga, presidente. Lo faccia adesso. Alzi la voce, fermi Berlusconi e ristabilisca il perimetro della libertà comune.”. Nelle prime file siede anche Michele Santoro, intervenuto con moglie e figlia alla serata. Nelle fasi preliminari della serata si era affacciato dal palco per salutare con un cenno i partecipanti, mentre l’intero teatro aveva preso a intonare Bella Ciao, spontaneamente e in segno di solidarietà al giornalista Rai. Dirà poi dal palco Nicola Piovani, già premio Oscar per la musica: “Non avrei mai pensato che questa sarebbe tornata ad essere una canzone sovversiva”.

30 luglio 2002
Viene promulgata la legge n.189, poi nota come ‘legge Bossi-Fini’. Il provvedimento è inteso a disciplinare le politiche sull’immigrazione, attraverso l’irrigidimento delle norme di espulsione e delle sanzioni penali previste per gli immigrati clandestini.

31 luglio 2002
Un girotondo di oltre settemila cittadini sotto la sede del Senato manifesta contro la proposta di legge sul legittimo sospetto presentata dal senatore Melchiorre Cirami. La legge, poi definitivamente approvata il 7 novembre 2002, avrebbe dovuto favorire lo spostamento di alcuni processi in corso nei confronti del gruppo Berlusconi, invalidando gli atti raccolti dal tribunale di Milano e costringendo all’apertura di un nuovo procedimento presso il tribunale di Brescia. Ma nonostante la nuova legge, nel gennaio 2003 la Corte Suprema di Cassazione respingerà l’istanza di legittima suspicione intentata dai legali di Berlusconi e Previti, confermando l’imparzialità e la competenza territoriale del tribunale milanese. Al girotondo, ripreso anche dalla stampa estera, parlano gli organizzatori, come Moretti, Pardi e D’Arcais. I girotondini gridano “Imputati, imputati”, riferendosi a Berlusconi, Previti e Dell’Utri. Tra i convenuti si vedono personalità come Santoro e Serventi Longhi, ma sfilano anche moltissimi politici del centro-sinistra, dalla Bindi a Fassino, a Di Pietro. Rutelli invece, che passa per rilasciare una dichiarazione alla stampa, viene accolto da qualche fischio.

14 settembre 2002
Il movimento dei girotondi organizza una Festa di protesta in piazza San Giovanni a Roma. La piazza è gremita e la giornata rappresenta probabilmente l’apice del movimento dei girotondi, nati solo alcuni mesi prima. Dal palco parlano gli organizzatori, come Nanni Moretti, Daria Colombo, Paolo Flores D’Arcais e Francesco Pardi. Ma anche personaggi dell’impegno civile, come don Luigi Ciotti e Gino Strada; giornalisti come Furio Colombo, all’epoca direttore de l’Unità; politici come Vittorio Foa e artisti come Fiorella Mannoia e Francesco De Gregori. La data del 14 settembre è stata scelta per manifestare contro l’avvio delle discussioni parlamentari sulla legge Cirami. Il discorso di Moretti dal palco è un accorato appello alla società civile per proseguire l’opera di vigilanza democratica inaugurata dai girotondi: “Non perdiamoci di vista. Ora che ci siamo ritrovati rimaniamo in contatto. Noi cittadini possiamo fare politica, possiamo farla con piacere e possiamo farla ognuno con le proprie idee ma rimanendo uniti […]. Sì, noi continueremo a delegare ai partiti, ma visto che un po’ ci siamo svegliati la nostra delega non sarà sempre in bianco. […] Berlusconi dice che la sinistra non è democratica. Ma lui deve ancora imparare cos’è la democrazia. E qualcosa forse la può imparare proprio dalla sinistra italiana. E a questo proposito mi dispiace che anni fa, morendo, il Partito comunista italiano non seppe comunicare al Paese che la sua storia aveva più a che fare con l’Emilia-Romagna che non con l’Urss. Berlusconi non è contro la democrazia. E’ qualcosa di diverso. Lui è estraneo alla democrazia. Intimamente estraneo, perché è qualcosa che non conosce e non capisce e che comunque gli fa perdere un sacco di tempo. Un’ultima cosa. Mi chiedono – e io stesso mi chiedo – perché in questi mesi ho fatto tutto questo. Perché la situazione s’è fatta troppo seria per far finta di niente. E poi perché se un domani dovesse, Dio non voglia, diventare presidente della Repubblica, cioè di tutti gli italiani, l’uomo più di parte che c’è in circolazione oggi, perché quotidianamente offende metà dei cittadini italiani, ecco domani io ripensando a questo periodo, se non avessi fatto nulla, proverei vergogna.”

18 ottobre 2002
Sciopero generale di otto ore proclamato dalla Cgil e dalle associazioni sindacali di base, in difesa dell’articolo 18 e contro la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan. Il blocco ottiene un discreto successo, dando vita tra l’altro ad un consistente numero di manifestazioni articolate a livello territoriale, che coinvolgono circa 120 città italiane.

5 novembre 2002
Il No Cirami Day occupa le principali piazze dei capoluoghi italiani con cortei, sit-in e presidi in segno di protesta contro l’approvazione della legge sul legittimo sospetto, che sarebbe stata firmata da Ciampi proprio nei giorni successivi. A Roma si svolge un doppio appuntamento di protesta: ai Fori Imperiali i girotondini, con Bonucci e D’Arcais ai megafoni, volantinano davanti la sede del senato romano. Tanti gli slogan: “Legge Cirami: una camicia di Forza-Italia ai giudici”, “Dopo il pianista di Tornatore, arrivano i pianisti al Senato”. Poco dopo a piazza Navona, in cui si fa vedere anche Moretti, si tiene un concerto per pianoforte in segno di protesta contro i brogli operati da alcuni senatori di centro-destra nel corso delle votazioni parlamentari, sorpresi dalle telecamere a votare per conto di assenti, pigiando come pianisti i bottoni per il voto elettronico che ci sono sugli scranni del Senato.

10 gennaio 2003
Al Palsport di Firenze diecimila persone prendono parte al convegno organizzato dall’associazione Aprile, vicina al ‘correntone’ Ds. Moretti, chiamato come moderatore, plaude dal palco alla prospettiva di un’eventuale candidatura del leader sindacale Cofferati alla guida del centro-sinistra, perchè “abbiamo dei dirigenti che non solo non sanno scaldare i cuori, ci fanno pure perdere”. Ma proprio poche ore prima il segretario Ds Fassino aveva denunciato i rischi di cadere nel ‘cofferatismo’.

14 febbraio 2003
Approvazione della legge n. 30 che delega al governo in materia di occupazione e mercato del lavoro. Il provvedimento, noto con il nome di ‘legge Biagi’ nonostante sia il ministro Maroni il firmatario ufficiale, viene poi integrato dal decreto legislativo n. 276 del 13 settembre 2003, che ne sancisce le linee attuative definitive. Sostanzialmente la ‘legge 30’ introduce forti elementi di flessibilità nel mercato del lavoro. Questo provvedimento ha di fatto spianato la via alla babele di forme contrattuali che caratterizzano ancora oggi i rapporti di lavoro nel mondo del precariato, in ogni tipo di settore produttivo.

15 febbraio 2003
Giornata internazionale contro la guerra. Milioni di persone manifestano in tutto il mondo per la pace e contro il previsto intervento statunitense in Iraq: oltre 300 città ospitano cortei pacifisti in cui sventola la bandiera arcobaleno contro la guerra. Secondo la Cnn è stata la più grande manifestazione mondiale di tutti i tempi, con oltre 110 milioni di persone in marcia nelle strade di New York, Londra, Parigi, Madrid, Berlino, Tokyo, Melbourne, Atene, Tel Aviv, Il Cairo, Roma e tantissime altre città europee, asiatiche e americane. Il movimento pacifista italiano, mobilitato dai social forum locali, sfila in un’imponente manifestazione a Roma per gridare il proprio no alla guerra “senza se e senza ma”. Un corteo si dipana per dieci chilometri nel centro storico della capitale, per concludere con un comizio in piazza San Giovanni: 30 treni speciali e migliaia di pullman hanno radunato oltre tre milioni di partecipanti, secondo gli organizzatori; almeno 650 mila secondo la questura. Nei giorni precedenti e successivi della giornata mondiale le bandiere arcobaleno prendono a sventolare dalle abitazioni di centinaia di migliaia di famiglie italiane, issate sui balconi della abitazioni private per ricordare ai concittadini che “l’Italia ripudia la guerra”. Alcuni balconi ospiteranno quelle bandiere per mesi, in tutte le città del paese.

20 marzo 2003
Nell’ambito della lotta al terrorismo internazionale l’amministrazione Bush dichiara guerra all’Iraq di Saddam Hussein e procede con l’invio di truppe militari d’occupazione. La seconda ‘guerra del Golfo’ rovescia rapidamente il regime del dittatore iracheno, ma l’occupazione genera anche forti movimenti di resistenza armata, alimentati dai diversi gruppi etnici presenti sul territorio. L’impegno militare americano, e di diversi paesi occidentali tra cui l’Italia, prosegue negli anni successivi nel tentativo di stabilizzare politicamente l’area. La presenza su suolo iracheno di armi di distruzione di massa, vale a dire una tra le principali motivazioni addotte dai responsabili politici di Usa e Regno Unito (George Bush e Tony Blair) per giustificare l’operazione militare, viene smentita dai fatti.

22 marzo 2003
Corteo pacifista a Roma contro l’intervento militare in Iraq, la manifestazione sfila da piazza della Repubblica a piazza Navona.

12 aprile 2003
Manifestazione nazionale a Roma contro l’intervento militare in Iraq. Tra le organizzazioni che aderiscono al corteo anche i sindacati confederali, oltre alle sigle dell’arcipelago no-global e dell’associazionismo pacifista.

7 maggio 2003
Girotondo sotto la sede del Senato in segno di protesta contro la proposta di legge sostenuta da Forza Italia per concedere l’immunità giudiziaria alle alte cariche dello Stato. La protesta contro il lodo Schifani raccoglie alcune centinaia di persone con megafoni e cartelli, che vengono però confinate con delle transenne dai cordoni di carabinieri presenti davanti a palazzo Madama. Uno dei fondatori del movimento girotondino, il docente di filosofia estetica Edoardo Ferrario, commenta laconicamente: “Non si sa neanche più contro cosa protestare, ogni giorno questo governo ne fa una nuova.”.

20 giugno 2003
Il lodo Maccanico-Schifani diventa legge dello Stato. I presidenti delle Camere, della Repubblica, del Consiglio dei Ministri e della Corte Costituzionale non possono essere sottoposti a procedimenti penali nel corso del loro mandato istituzionale. La legge venne poi dichiarata incostituzionale con una sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2004.

16 novembre 2003
Su RaiTre va in onda la prima puntata di un programma satirico scritto e interpretato da Sabina Guzzanti, Raiot – Armi di distrazione di massa. La trasmissione ottiene un milione e ottocentomila spettatori e uno share del diciotto per cento. Il giorno seguente arriva una querela per diffamazione da parte di Mediaset (poi vinta dalla Guzzanti nel 2004). Alcuni giorni dopo il consiglio d’amministrazione Rai vota all’unanimità (4 consiglieri in quota centro-destra più il voto di Lucia Annunziata, ‘presidente di garanzia’ concesso all’opposizione di centro-sinistra) la sospensione del programma.

23 novembre 2003
Un ‘varietà di protesta’ raduna oltre quindicimila persone all’Auditorium di Roma, che riescono a seguire lo spettacolo solo grazie ai maxi-schermi disposti all’esterno del teatro. La serata è una risposta alla censura che ha colpito il programma Raiot di Sabina Guzzanti. Tra gli intervenuti in solidarietà con l’attrice Dario Fo, Paolo Rossi, Franca Rame, Fiorella Mannoia, Serena Dandini, Beppe Grillo (in collegamento telefonico), David Riondino, Corrado Guzzanti e Nicola Piovani.

5 dicembre 2003
Viene approvata dal Parlamento la legge Gasparri, ministro delle Comunicazioni. La legge amplia il tetto anti-trust già determinato dalla Maccanico del 1997, tutelando nei fatti ReteQuattro che doveva passare sul satellite entro il 31 dicembre. Il presidente Ciampi rispedisce la legge alle Camere perché ritenuta incostituzionale, dunque il governo è costretto a promulgare il decreto n. 352 del 24 dicembre 2003 (poi ‘decreto salva-ReteQuattro’), che proroga l’abilitazione provvisoria di ReteQuattro a trasmettere in chiaro e su frequenza nazionale.

14 dicembre 2003
Il movimento dei girotondi rilancia la protesta contro la censura del programma della Guzzanti e per la libertà d’informazione. Viene organizzata una manifestazione-spettacolo al Palalido di Milano, cui si connetteranno auditorium e teatri di tutto il paese, oltre ad una costellazione di reti satellitari riunite nel consorzio di Emi.li Tv. Oltre ai numerosi artisti intervenuti, compresa naturalmente la stessa Sabina Guzzanti, partecipano anche giornalisti (come Santoro, Colombo e Travaglio) e altri personaggi pubblici di rilievo (come Paolo Serventi Longhi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ).

10-11 gennaio 2004
Al Teatro Vittoria di Roma si tiene un incontro pubblico tra partiti, movimenti e società civile per il confronto sul programma dell’Ulivo per le elezioni del Parlamento Europeo. Il titolo: «Facciamoci del bene. Società civile, partiti, movimenti: uniti per vincere, oggi in Europa domani in Italia».

20 marzo 2004
Manifestazione nazionale del movimento pacifista in occasione del primo anniversario dell’offensiva militare americana in Iraq. Nel corso del corteo di Roma il segretario dei Democratici di Sinistra Piero Fassino, a capo di una delegazione del partito, viene duramente contestato da gruppi di manifestanti, fino ad essere costretto ad abbandonare il corteo, dopo aver incassato fischi, cori di scherno e anche qualche spintone.

3 maggio 2004
Promulgazione definitiva della legge Gasparri 2, che regola l’assetto del sistema radiotelevisivo italiano. Le soglie anti-trust sul controllo delle reti televisive da parte di singoli editori sono dilatate dall’introduzione del digitale terrestre nel paniere tecnologico che vincola le trasmissioni a carattere nazionale. Concretamente la legge chiude la vicenda giuridica legata alla concentrazione di televisioni nelle mani di Silvio Berlusconi, salvando ReteQuattro dall’oscuramento e dal trasferimento su canale satellitare.

31 dicembre 2004
Roberto Dal Bosco, giovane muratore mantovano in viaggio di piacere a Roma, riconosce il premier Silvio Berlusconi mentre passeggia in piazza Navona. Colto da improvviso raptus di odio scaglia il treppiede della sua macchina fotografica contro il premier, causandogli un ematoma nella zona dell’orecchio destro.

19 marzo 2005
Giornata internazionale contro la guerra in occasione del secondo anniversario dell’inizio del conflitto in Iraq. Manifestazione nazionale a Roma.

4 giugno 2005
In occasione del Pride 2005 la rete di associazioni del movimento per i diritti civili di gay e lesbiche organizza una manifestazione nazionale a Milano per chiedere l’introduzione dei Pacs (Patti Civili di Solidarietà) nel diritto di famiglia.

10 settembre 2005
Incontro nazionale dei girotondi alla Casa delle Culture a Roma. Il movimento discute la scadenza elettorale delle politiche del 2006.

9 ottobre 2005
Manifestazione unitaria del centro-sinistra a Roma, Romano Prodi parla dal palco allestito in piazza del Popolo.

19 ottobre 2005
A Locri si tengono i funerali del vicepresidente del consiglio regionale della Ragione Calabria, Francesco Fortugno, freddato il 16 ottobre da killer della camorra. Un piccolo gruppo di studenti liceali e universitari partecipa al corteo funebre con uno striscione di denuncia: “E adesso ammazzateci tutti”. Il neonato movimento spontaneo e apartitico Ammazzateci tutti, coordinato tra gli altri da Aldo Pecora, raccoglie adesioni da tutta la Calabria e raduna oltre 15 mila persone per un nuovo corteo di protesta a Locri, il successivo 4 novembre.

25 novembre 2005
Sciopero generale dei sindacati confederali contro la manovra finanziaria del governo Berlusconi. Manifestazioni in tutta Italia, articolate su base territoriale. “Un rito inutile”, il commento del premier alla stampa.

5 dicembre 2005
Approvata la legge ex Cirielli, poi ribattezzata legge salva-Previti. Il provvedimento riduce i tempi di prescrizione dei reati e trasforma in arresti domiciliari la detenzione comminata agli imputati ultrasettantenni. Condannato il 4 maggio 2006 in via definitiva a sei anni di detenzione per l’accusa di corruzione nel processo Imi-Sir, Cesare Previti, ex avvocato di Silvio Berlusconi, viene affidato ai servizi sociali già il 10 maggio seguente, dopo aver scontato solo alcuni giorni di carcere nell’istituto romano di Rebibbia.

11 febbraio 2006
No Vat Day in difesa della laicità dello Stato e della legge 194 sull’interruzione di gravidanza. In occasione dell’anniversario della firma dei Patti Lateranensi una manifestazione nazionale attraversa le strade del centro storico di Roma, chiedendo la fine delle ingerenze della Chiesa Cattolica nella sfera pubblica italiana.

20 febbraio 2006
Approvazione della legge Pecorella, che nelle intenzioni vuole abolire il ricorso in appello da parte dei pubblici ministeri, in caso di assoluzioni o prescrizioni nel primo grado di giudizio. Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, aveva presentato una prima versione del testo di legge nel dicembre 2005, bocciato da Ciampi perché ritenuto incostituzionale. Dopo uno slittamento della scadenza della legislatura, ottenuto dal premier Berlusconi, la legge viene ripresentata nel gennaio 2006, fino ad ottenere la firma definitiva da parte del Capo dello Stato. La legge sarà poi dichiarata incostituzionale con una sentenza della Corte Costituzionale del 6 febbraio 2007.

18 marzo 2006
Manifestazione nazionale a Roma del movimento contro la guerra, in occasione del terzo anniversario dell’inizio del conflitto in Iraq.

24 marzo 2006
Ammazzateci tutti propone un disegno di legge di iniziativa popolare per vietare la partecipazione alle campagne elettorali da parte di individui sottoposti misure di sorveglianza speciale: pur ottenendo la sottoscrizione di 150 deputati e 50 senatori, il ddl rimarrà lettera morta nelle aule parlamentari.

Cronologia dell’Anti-Berlusconismo


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